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Il Minirugby udinese riparte con un Camp gratuito e con una nuova filosofia

I bambini devono sperimentare il rugby come un’attività sportiva funzionale alla loro crescita

Nonostante il periodo estivo e l’incertezza per la ripresa delle attività determinata dall’emergenza sanitaria per il COVID 19, la Rugby Udine ha messo in campo una iniziativa per agevolare le famiglie dei bambini che devono riprendere a giocare a rugby o semplicemente che vogliono provare a giocare a rugby.

Il centro sportivo “Marco Pellegrini” di viale 25 aprile ospiterà dal 31 agosto al 4 settembre un camp aperto a tutti i bambini e le bambine dai 5 anni in sù che potranno, non solo provare il rugby, ma anche essere seguiti nel completare i compiti per le vacanze scolastiche nelle pause tra una attività e l’altra.

Questa è la novità del CAMP 2020 “la Rugby Udine non solo promuove lo sport del rugby ma sensibilizza i propri atleti allo studio ed alla laboriosità” dichiara il presidente Romanello “è una questione etica, lo sport deve essere un completamento per la formazione degli atleti e non l’unica attività da questi praticata, un giovane sportivo deve essere diligente a scuola, nello sport ed anche ben educato verso le persone e le cose con cui si relaziona”.

Il club udinese seguendo le linee del nuovo director of rugby di scuola anglosassone Riccardo Robuschi ha rivoluzionato il settore mini rugby richiamandosi alle esperienze anglosassoni che rappresentano il meglio a livello mondiale.

“Sui campi di gioco è facile assistere a scene in cui genitori di giovani atleti si lamentano del fatto che la squadra dei loro figli non abbia vinto perché l’allenatore non ha tenuto in campo i giocatori migliori (i loro figli) per l’intera partita e abbia fatto giocare i giocatori meno performanti” afferma Robuschi “

Non è raro che la pressione applicata dai genitori sui propri figli in rapporto al risultato, sia durante le gare sia dopo le partite, diventi elemento distruttivo per il processo di formazione del piccolo atleta, creando frustrazione che può sfociare in fenomeni di abbandono. Noi dobbiamo evitare questo”.

La Rugby Udine ha adottato la carta dei diritti del bambino al gioco promossa dall’Unesco che pone in primo piano i bisogni e le necessità ludico-motorie del bambino e nello stesso tempo pone l’accento sui doveri degli adulti nei confronti dei piccoli.

Secondo questo documento lo sport ed il gioco del rugby in particolare rappresentano per il preadolescente un’occasione per vivere esperienze a contatto con un ambiente diverso da quello familiare: il rugby rappresenta una vasta gamma di obiettivi utili e funzionali al processo di formazione della persona.

“Per noi” – continua Robuschi – “il mini rugby permette di costruire relazioni forti con i coetanei e con gli adulti di riferimento, rappresenta uno strumento di socializzazione ed è un’attività funzionale alla qualità della crescita, di sperimentare il successo ma anche l’insuccesso, promuove uno stile di vita salutare, trasmette l’importanza del rispetto dei tempi e delle regole e far crescere la coscienza, nei nostri piccoli sportivi, che il raggiungimento dell’obiettivo è legato alla qualità e alla quantità dell’impegno.”

La Rugby Udine è attiva da molti anni nel promuovere lo sport giovanile ed i risultati sportivi sono molto lusinghieri ma non sono frutto del caso.

“Alla Rugby Udine” conclude il presidente Romanello “il genitore porta suo figlio a giocare a rugby consapevole che praticherà e seguirà le regole di questo sport e non parteciperà ad un dopo scuola con attività di intrattenimento magari anche per i genitori: i genitori che seguono i loro figli avranno la possibilità di conoscerli più a fondo, verificare e valutare i progressi rilevati e offrire, quando necessario, il proprio supporto e sostegno e cosa può esserci meglio del rugby”.

Fonte: Francesco Silvestri, Rugby Udine